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Di Maio: La Coca non è Made In Italy, più succo d'arancia per tutti!

Ma nel 2017 Coca-Cola è la prima realtà in Italia nel settore delle Bibite e distribuisce il 7,2% delle risorse totali

 

«L'educazione alimentare si deve fare nelle scuole eliminando il cibo spazzatura dalle macchinette». Così il vicepremier Luigi Di Maio, al villaggio Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco. «E' assurdo che un bambino abbia ancora un distributore di Coca Cola o prodotti non Made in Italy - ha proseguito - mettiamo il succo d'arancia».


Questo è quello che afferma il Ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio a Milano, al Villaggio Coldiretti, affermando quanto sia importante iniziare già all'interno delle scuole l’educazione alimentare. E fin qui niente di sbagliato, peccato che poi decida di tirare in ballo il marchio Coca-Cola, con la sua omonima e famosissima bibita, come prodotto non "Made in Italy". Ora, chiunque un attimo informato sa che ormai la Coca-Cola, e tutte le bibite appartenenti allo stesso marchio, possono essere considerate Made In Italy, visto e considerato che vengono prodotte in Italia. Ma vale la pena ricordare alcuni dati, innanzitutto sull'occupazione data da Coca-Cola, informazioni che troviamo direttamente su cocacolaitalia.it


“Secondo i risultati di una ricerca effettuata nel 2017 dalla SDA Bocconi School of Management sull'impatto generato da Coca‑Cola sull'economia e l'occupazione in Italia, siamo la prima realtà in Italia nel settore delle Bibite e delle Bevande e generiamo risorse per l’intero sistema economico. In Italia i lavoratori impiegati direttamente o indirettamente sono quasi 26.000 (lo 0,11% della forza lavoro); le persone che dipendono, parzialmente o completamente, dai redditi di lavoro generati dall'azienda sono 60 mila; e in un anno la sua filiera produttiva immette nella nostra economia 813 milioni di euro, pari allo 0,05% del PIL”.

Ora dire che la Coca-Cola non sia Made in Italy ma ne frattempo contribuisce al mantenimento di 60.000 persone, (direttamente, o indirettamente) pensiamo sia quanto meno un paradosso. Si, perché c’è da precisare che il Marchio Coca-Cola, oltre ad avere quattro stabilimenti in Italia, con i relativi dipendenti, trasferisce il lavoro a tutti i vari fornitori, trasportatori, e aziende collegate dalla rivendita dei loro prodotti.

Inoltre sempre sul sito cocacolaitalia.it troviamo

“Il sodalizio fra l’Italia e la Coca-Cola risale a ormai 90 anni fa, quando la bevanda arriva per la prima volta, e si radica a partire dal 1927, con la prima produzione italiana. Ancora oggi, molti non sanno che Coca-Cola, così come Fanta, Sprite, Powerade e le altre bevande del gruppo, sono imbottigliate in Italia e rappresentano una parte importante della nostra economia.”

Quindi non hanno iniziato esattamente da ieri a contribuire al nostro sistema produttivo.

Ma infine, forse Coca-Cola aveva già capito che il suo nome, non esattamente italiano, avrebbe potuto portare fuori strada i consumatori, e così, nel 2015 avviò una campagna con Packaging e tappo, con colori bianco rosso e verde, sulle bottiglie destinate al mercato italiano, per ricordare ai consumatori come la bibita nata ad Atlanta nel 1886, oggi sia un prodotto realizzato in Italia.

Ma evidentemente il Ministro Di Maio si dev'essere perso tutto questo, anche se però abbiamo notato quanto Lui (o i suoi compagni di Tavolo) gradiscano tale bibita.



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